Parlano di noi – Risonanze Mediatiche 12/11/2013

Senza nome

 

Serpico: “Serata storta al tiro”

Nessun alibi. Questa la premessa alla base della conversazione con Mauro Serpico, coach della Virtus Pozzuoli sconfitta a Nardò (67–61) al termine di una partita che, in diversi frangenti, è sembrata più una gara di pattinaggio che di basket data la scivolosità del parquet. La condensa bagnava il campo dove era complicato mantenere l’equilibrio. “Per quanto mi riguarda il match andava sospeso definitivamente – sottolinea il tecnico – Era impossibile giocare l’1 contro 1, non si poteva difendere. Ogni tre passi i miei ragazzi erano per terra. L’incontro è stato interrotto un paio di volte, poi è stato ripreso e completato. Secondo me non c’erano le condizioni ideali per questo sport, ma alla fine abbiamo rischiato anche di vincere la sfida che è stata persa per altre motivazioni”. Un confronto che i “fischietti” potevano sospendere e se la causa non era dipendente dalla volontà della società di casa poteva essere ripetuto così come accadde poche stagioni fa in serie A1 femminile quando per lo stesso inconveniente fu rigiocata Gma Pozzuoli–Livorno fermata in avvio di secondo quartoo. Di parere contrario sono stati gli arbitri e, quindi, eccoci ad analizzare una partita che è stata equilibrata nel primo tempo (14–13 al 10°, 25–26 al 20°) con nessuna delle due formazioni che è riuscita a staccare l’altra. Nel terzo periodo i pugliesi sono riusciti a prendere il largo (46–38 al 30°) sfruttando qualche errore difensivo e la poca lucidità offensiva degli avversari. “Siamo rientrati in campo poco lucidi permettendo loro di realizzare canestri facili – spiega – Sono stati bravi a siglarne da fuori mentre noi abbiamo bucato la retina con poca continuità (19/45 da 2, 4/24 da 3, 13/19 dalla lunetta). Abbiamo anche commesso troppi errori in fase d’impostazione con tante palle perse banali!!! Poi secondo me l’ambiente non ha aiutato molto gli arbitri che ci hanno fischiato due tecnici ed altre decisioni dubbie su azioni che hanno permesso loro di allungare”. Il –8 del 30° avrebbe potuto stanare i gialloblù che, invece, nella frazione conclusiva hanno avuto una reazione importante risalendo sino al –5. “Non hanno mollato, ma poi avevamo dimenticato a casa i pattini e – prosegue l’allenatore – complice i molti errori al tiro non siamo riusciti a terminare la rimonta. Il “clima” nel palasport non era ottimale, con insulti e altre parole poco carine: era difficile vincere. Non cerco alibi, abbiamo perso noi sbagliando l’approccio alla gara. In generale ritengo che si devono mettere in condizioni le squadre di giocare a basket, così diventa difficile e soprattutto pericoloso”.